Locandina di Carlo Cantono con testo di Ivan Fassio |
Simulando
precedentemente una fine ed una rinascita, rinunciando volutamente a
solide consuetudini, alcuni artisti isolati saranno preparati
all’evento. Messi in salvo dall’alluvione imminente, si
ritroveranno, dopo il diluvio, pronti per la ricostruzione…
Davanti a un Fiume in
Piena è un tentativo di sottrarsi alla stabilizzazione e alla
ripetizione. È una proposta di avvenimento s-progettato,
occasione di incontro e condivisione di idee, in cui pittura scultura
fotografia e video, grafica e design, performing art poesia e
musica si mostrano per conoscersi e contaminarsi. Dal pomeriggio alla
sera, nello studio di fannidada, domenica 17 Febbraio 2013, in
Piazza Carducci a Torino, ci troviamo e vi invitiamo per un
esperimento. Com’è, ormai, nella tradizione delle avanguardie
storiche e delle esperienze teatrali off, cercheremo di dare
vita ad una serie di eventi liberi, fecondi, vitali, slegati dai
consueti modi dell’arte contemporanea. Consapevoli di non poterci
bagnare due volte nello stesso fiume, tenteremo di aprire un nuovo
campo di possibilità!
Ivan
Fassio
Ed ecco gli interventi della giornata:
Marco Martz
Foto di Erika Fortunato |
Cominciamo questo nostro primo incontro con una lettura da "Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio" di I. Calvino.
"Cominciare
una conferenza, anzi un ciclo di conferenze, è un momento cruciale,
come cominciare a scrivere un romanzo. E questo è il momento della
scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi
possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in un modo particolare.
Il punto di partenza delle mie conferenze sarà dunque questo momento
decisivo per lo scrittore: il distacco dalla potenzialità illimitata e
multiforme per incontrare qualcosa che ancora non esiste ma che potrà
esistere solo accettando dei limiti e delle regole. Fino al momento
precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra
disposizione il mondo- quello che per ognuno di noi costituisce il
mondo, una somma di informazioni, di esperienze, di valori - il mondo
dato in blocco, senza un prima nè un poi, il mondo come memoria
individuale e come potenzialità implicita; e noi vogliamo estrarre da
questo mondo un discorso, un racconto, un sentimento: o forse più
esattamenate vogliamo compiere un'operazione che ci permetta di situarci
in questo mondo".
Bene, ora possiamo iniziare con i nostri interventi.
Foto di Erika Fortunato |
Carlo Gloria
Vorrei
Presentare ArtisMap.
ArtisMap è una mappatura degli studi di Torino ma anche del Piemonte, ad
oggi sono 70 gli artisti presenti. Centro del progetto è la mappa con
l'ubicazione degli studi degli artisti. L'idea è quella di facilitare il
contatto tra gli artisti e il pubblico. Praticamente una rete tra gli
artisti. Può essere visto come catalizzatore per giri turistici nei vari
studi.
E' in programma un'iniziativa di «studi aperti» in primavera.
ArtisMap ha anche una pagina su facebook dove si possono mettere «mi piace» ai diversi studi.
La pagina è più frequentata del sito (www.artismap.com).
Silvio Valpreda
Espone la sua proposta di lavoro, proiettiamo il suo testo:
Questo
argomentare mi sembrava interessante da proporre agli artisti,
sopratutto per il concetto di contemporaneo. Contesti diversi sia
geografici sia di sviluppo sociale ci danno delle possibilità differenti
di conoscere ciò che è avvenuto. Oggi, essendo tutti sempre connessi,
siamo convinti che un'azione avvenuta a Pechino abbia anche i suoi
effetti qui da noi, anche se poi non è così vero. E questo si riallaccia
anche a un mio progetto di "mappa". Vorrei proporre a diversi artisti,
anche sparsi in tutto il mondo, di fare delle mappe per raggiungere dei
luoghi, tipo un "museo dei luoghi", inteso come museo perchè è
visitabile. Questi luoghi sono sparsi in tutto il mondo, sono luoghi
accessibili, ma che contemporaneamente sono un salto temporale o sono
inspiegabili secondo dei nostri parametri culturali.
Ragionando
sul paradosso del tempo: che cosa è presente e in quale luogo, e
ragionare anche sul linguaggio dell'arte e come un'opera contemporanea è
contemporanea e per chi. Per quanto riguarda questo progetto la
raccolta dei luoghi, è ancora in fase embrionale, non ho ancora le idee
chiare.
Il tema sarebbe quello di globalità/non globablità, e il lavoro è nella
scelta del luogo, nella sua selezione, con delle indicazioni come
raggiungerlo, sul senso che ha raggiungere quel luogo, indicazioni che
possono essere letterali, o attravero una suggestione poetica...
Donatella Lessio
Mi
occupo di teatro di sviluppo personale. Un'attività legata allo scambio
emozionale.
Mi domando se la contemporaneità di cuore possa passare via email; se
devo lavorare emozionalmente con una persona io non riesco a lavorare
via web, ma devo avere il contatto diretto.
Chiara Curinga
Fino a che punto posso arrivare a piedi? come ho il contatto con il mondo?
Tea Taramino
Foto di Erika Fortunato |
Filo
conduttore dei miei lavori sono proprio il tempo, il tempo del
"mentre". Meditazione del corpo che invecchia, con la sua
trasformazione. Ho portato qui un'installazione che si chiamerà "Stelle
cadenti" e che rappresenta la memoria del corpo con circolarità di
pensiero, di persone e di gesti.
Erika Fortunato
Fotografa,
performer, porto una performance che è una sorta di esperimento di una
piccola meditazione che si forma da una parte di noi, che viene prima
dell'Ego e che viaggia nel tempo, perchè non ha tempo, e che ha come
sede il cuore.
Ivan Fassio
Mi hanno chiesto perchè nei miei testi c'è sempre la parola "spirito". Spirituale e non sentimentale o emozionale.
Lo spirito è ciò che ti informa.
Cos'è che ti emoziona? è ciò che ti informa in quanto spirituale.
Foto di Erika Fortunato |
Ornella Rovera
Vorrei
parlare delle mie foto e delle mie sculture. Sono delle "ibridazioni".
Parto con delle immagini fissando dei particolari della natura, effetti
dell'acqua, effetti di luce, di macchie di olio. Casualità e istante
legate all'emozione. Attimo che si cristallizza nello scatto fotografico
che viene decontestualizzato.
Mi interessa il rapporto uomo/natura e il problema del lavoro del passato e della manualità.
Silvio Valpreda
Foto di Silvio Valpreda |
Ho
chiamato il mio sito "Msgbottle" Message in a bottle, perchè vedo
l'artista come un naufrago, mandare fuori il proprio messaggio senza
preoccuparsi a chi lo si sta mandando, non una comunicazione mirata ma
alle volte solo unilaterale, quindi un discorso sulla difficoltà della
comunicazione.
"Che fare? " ricordando l'opera letteraria di Lenin, oltre ovviamente a
Merz che aveva anche lui ripreso questa frase, io nel mio lavoro metto
sempre un po' di ironia, e questa mi pare sia la prima domanda da farsi
al mattino.
Marco Martz
L'artista
lascia un segno fermando il tempo. Per me la contemporaneità è data
dallo strumento che utilizzo. Io faccio dei disegni, parto da foto anche
di altri. Utilizzo la fotografia digitale. Il tempo è uno strumento,
fino a un certo punto qualunque opera può essere fredda, ha bisogno di
un tempo per essere digerita. Io preferisco che il processo di
conoscenza delle mie opere e di me sia lento. Mon metto le mie opere sul
web, voglio creare la curiosità e una relazione umana.
Il
tempo di un'opera dà soddisfazione all'autore stesso, la
contemporaneità è lo strumento, e il web può essere anche uno strumento
ma che può essere usato in vari modi.
Silvio Valpreda
Mi
piace pensare a certi paradossi dell'informazione. Rientra nella
contemporaneità. Ragionare sull'informazione, sulla persistenza
dell'informazione, dell'illusione di avere certe informazioni. Paradossi
possono avvenire anche fuori del web.
Illusione di essere presenti sempre in tutto il mondo.
Ennio Bertrand
Siamo
presenti a tutto il mondo ma non c'è dialogo, manca il dialogo.
Ritornando al concetto di spirito si potrebbe esprimere laicizzando in
"contenuti".
Se non ci sono contenuti che vengono scambiati tra due entità diverse e
confrontati l'opera è inutile.
Donatella Lessio
Conoscenza
esperita a "raggio persona" ovvero io conosco tutto ciò che posso
vivere a livello umano: il territorio che posso percorrere a piedi, ciò
che posso vedere con i miei occhi, ovvero ciò che posso percepire con i
miei sensi. Possessione, appropriarsi delle informazioni. Il movimento,
la lentezza o la velocità del movimento. Noi essere umani non possiamo
dividere il tempo all'inifinito perchè fisicamente non possiamo
esprimere l'infinito. C'è un filone di ricerca a sperimentare,
percorrere uno spazio a varia velocità e verificare il valore di
possessione di questo spazio.
Valter Luca Signorile
“Il
pensiero” sul quale vorrei soffermarmi in questa giornata potrebbe
trovare collocazione in un ipotetico intervento di land art, ma nei
fatti è attinente a quella che è sempre stata la mia ricerca sul
corpo.
A
far data dal 2008, facendo seguito ad alcuni resoconti performativi
documentati attraverso video filmati con il cellulare, ho
approfondito un’esplorazione sulla fenomenologia degli episodi
estatici, spingendo il mio studio alla mistica, in particolare
ebraica, senza tuttavia tralasciare gli aspetti psichiatrici e
neurofisiologici alle cui analisi sono state sottoposte tali
manifestazioni.
In
particolarità, questa esplorazione “artistica” rivolge l’
attenzione alla ricognizione del luogo dove avviene la cratofania,
vale a dire la manifestazione della potenza divina per poi
successivamente convergere in ierofania.
L’idea di delimitare una zona in cui preservare il ripetersi della manifestazione del sacro è oggetto di questa mia personale “indagine” sul territorio. Individuare un centro, isolarlo dallo spazio circostante, assicurare alla potenza che in esso si è manifestata il perdurare della sua integrità.
L’idea di delimitare una zona in cui preservare il ripetersi della manifestazione del sacro è oggetto di questa mia personale “indagine” sul territorio. Individuare un centro, isolarlo dallo spazio circostante, assicurare alla potenza che in esso si è manifestata il perdurare della sua integrità.
A
tale riguardo, Rudolf Otto, autore de “Il Sacro”, ricorda come
sconvolgente possa rivelarsi l’esperienza numinosa tanto da
definire “mysterium tremendum” l’incontro mistico.
Un
‘esperienza assoluta, completamente sconcertante, a spiegazione
della quale la stessa letteratura mistica nel tempo ha approfondito
in diversi linguaggi e metodologie, e nella quale il corpo diventa
elemento performativo essenziale in prove che sfuggono a qualsiasi
definizione.
Coinvolgimento
totale dell’essere in un mistero tremendo e affascinante, in uno
stato modificato della coscienza nel quale si possono percepire le
stratificazioni evolutive che accompagnano da millenni l’uomo nella
sua costante processo di conoscenza.
La
partecipazione performativa è totale, pervasa da flussi armoniosi e
riposanti, risuonante in spasimi e convulsioni, fughe dionisiache e
rapimenti dell’anima. Ineffabili percezioni della “creatura” di
fronte al “totalmente altro” tanto da ammutolire, riconducendo
la sua esperienza a quella del primo uomo al rivelarsi del Qadosh .
Testo e immagine di Valter Luca Signorile |
fannidada
Il nostro lavoro si articola su due valori:
equilibrio >> e << limite
Due
concetti non definibili in modo univoco, ma al contrario due termini
dai più diversi significati. A questi due valori colleghiamo
il naturale >> e << l'artificiale, dove possiamo associare
l'equilibrio al naturale e il limite all'artificiale.
Per noi è nella natura che si ha un equilibrio, ed è nell'artificiale che bisogna trovare un limite.
Il naturale ha un suo equilibrio che si chiama omeostasi ("mantenimento di livelli ottimali a mezzo di meccanismi di controllo o di regolazione. E' questa la saggezza della natura" da "L'ora della verità si avvicina. Quale futuro? di Aurelio Peccei). Un limite all'artificiale può rappresentare un'utopia.
Al termine del dibattito sono seguite la proiezione di un video e delle performances.
Durante la proiezione del video "La Mattanza" di Riccarda Montenero |
Silvia Rosa accompagnata da Livio Marasso |
Abiciniamoci, Marco Memeo |
Jean Paul Charles, Serve un Messia |
Mystic Gallery Show di Ivan Fassio accompagnato da Diego Razza |
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