domenica 17 febbraio 2013

Davanti a un fiume in piena #1
17 febbraio 2013


Locandina di Carlo Cantono con testo di Ivan Fassio
In un futuro ipotetico, prima dell’inondazione, nel giorno del giudizio per il mondo dell’arte, fantascientifiche istituzioni rispetteranno ancora un orario: le opere esposte brameranno, indifferenti all’Apocalisse, una cristallizzazione definitiva. Festival e rassegne indosseranno il vestito nuovo per proporsi, per l’ultima volta, nella formula dei saldi, versione a metà prezzo, nei costumi pop, sul lato B, street, smart. Le conferenze ribadiranno necessità, urgenze, illustrando compendi e distillando soluzioni partecipative, comunicative, associative. Fiere storiche, indipendenti, centrali, dislocate accoglieranno gli ultimi incoscienti rifugiati della cultura, in soluzioni post-contemporanee. Iniziative ingenue o spregiudicate dialogheranno con ciò che resterà del territorio, mobilitando quartieri ed esaltando processi di valorizzazione. Tutti i contenuti, in ogni caso, ben incasellati da uno studio su misura, da una confezione capiente, da un’analisi di settore.
Simulando precedentemente una fine ed una rinascita, rinunciando volutamente a solide consuetudini, alcuni artisti isolati saranno preparati all’evento. Messi in salvo dall’alluvione imminente, si ritroveranno, dopo il diluvio, pronti per la ricostruzione…
Davanti a un Fiume in Piena è un tentativo di sottrarsi alla stabilizzazione e alla ripetizione. È una proposta di avvenimento s-progettato, occasione di incontro e condivisione di idee, in cui pittura scultura fotografia e video, grafica e design, performing art poesia e musica si mostrano per conoscersi e contaminarsi. Dal pomeriggio alla sera, nello studio di fannidada, domenica 17 Febbraio 2013, in Piazza Carducci a Torino, ci troviamo e vi invitiamo per un esperimento. Com’è, ormai, nella tradizione delle avanguardie storiche e delle esperienze teatrali off, cercheremo di dare vita ad una serie di eventi liberi, fecondi, vitali, slegati dai consueti modi dell’arte contemporanea. Consapevoli di non poterci bagnare due volte nello stesso fiume, tenteremo di aprire un nuovo campo di possibilità!
Ivan Fassio

Ed ecco gli interventi della giornata:

Foto di Erika Fortunato
Cominciamo questo nostro primo incontro con una lettura da "Lezioni americane, Sei proposte per il prossimo millennio" di I. Calvino.
"Cominciare una conferenza, anzi un ciclo di conferenze, è un momento cruciale, come cominciare a scrivere un romanzo. E questo è il momento della scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in un modo particolare. Il punto di partenza delle mie conferenze sarà dunque questo momento decisivo per lo scrittore: il distacco dalla potenzialità illimitata e multiforme per incontrare qualcosa che ancora non esiste ma che potrà esistere solo accettando dei limiti e delle regole. Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo- quello che per ognuno di noi costituisce il mondo, una somma di informazioni, di esperienze, di valori - il mondo dato in blocco, senza un prima nè un poi, il mondo come memoria individuale e come potenzialità implicita; e noi vogliamo estrarre da questo mondo un discorso, un racconto, un sentimento: o forse più esattamenate vogliamo compiere un'operazione che ci permetta di situarci in questo mondo".

Bene, ora possiamo iniziare con i nostri interventi. 
Foto di Erika Fortunato

Carlo Gloria
Vorrei Presentare ArtisMap. ArtisMap è una mappatura degli studi di Torino ma anche del Piemonte, ad oggi sono 70 gli artisti presenti. Centro del progetto è la mappa con l'ubicazione degli studi degli artisti. L'idea è quella di facilitare il contatto tra gli artisti e il pubblico. Praticamente una rete tra gli artisti. Può essere visto come catalizzatore per giri turistici nei vari studi.
E' in programma un'iniziativa di «studi aperti» in primavera.
ArtisMap ha anche una pagina su facebook dove si possono mettere «mi piace» ai diversi studi. La pagina è più frequentata del sito (www.artismap.com).

Silvio Valpreda
Espone la sua proposta di lavoro, proiettiamo il suo testo:



Questo argomentare mi sembrava interessante da proporre agli artisti, sopratutto per il concetto di contemporaneo. Contesti diversi sia geografici sia di sviluppo sociale ci danno delle possibilità differenti di conoscere ciò che è avvenuto. Oggi, essendo tutti sempre connessi, siamo convinti che un'azione avvenuta a Pechino abbia anche i suoi effetti qui da noi, anche se poi non è così vero. E questo si riallaccia anche a un mio progetto di "mappa". Vorrei proporre a diversi artisti, anche sparsi in tutto il mondo, di fare delle mappe per raggiungere dei luoghi, tipo un "museo dei luoghi", inteso come museo perchè è visitabile. Questi luoghi sono sparsi in tutto il mondo, sono luoghi accessibili, ma che contemporaneamente sono un salto temporale o sono inspiegabili secondo dei nostri parametri culturali.
Ragionando sul paradosso del tempo: che cosa è presente e in quale luogo, e ragionare anche sul linguaggio dell'arte e come un'opera contemporanea è contemporanea e per chi. Per quanto riguarda questo progetto la raccolta dei luoghi, è ancora in fase embrionale, non ho ancora le idee chiare. Il tema sarebbe quello di globalità/non globablità, e il lavoro è nella scelta del luogo, nella sua selezione, con delle indicazioni come raggiungerlo, sul senso che ha raggiungere quel luogo, indicazioni che possono essere letterali, o attravero una suggestione poetica...

Donatella Lessio
Mi occupo di teatro di sviluppo personale. Un'attività legata allo scambio emozionale. Mi domando se la contemporaneità di cuore possa passare via email; se devo lavorare emozionalmente con una persona io non riesco a lavorare via web, ma devo avere il contatto diretto.

Chiara Curinga
Fino a che punto posso arrivare a piedi? come ho il contatto con il mondo?


Tea Taramino
Foto di Erika Fortunato
Filo conduttore dei miei lavori sono proprio il tempo, il tempo del "mentre". Meditazione del corpo che invecchia, con la sua trasformazione. Ho portato qui un'installazione che si chiamerà "Stelle cadenti" e che rappresenta la memoria del corpo con circolarità di pensiero, di persone e di gesti.

Erika Fortunato
Fotografa, performer, porto una performance che è una sorta di esperimento di una piccola meditazione che si forma da una parte di noi, che viene prima dell'Ego e che viaggia nel tempo, perchè non ha tempo, e che ha come sede il cuore.

Ivan Fassio
Mi hanno chiesto perchè nei miei testi c'è sempre la parola "spirito". Spirituale e non sentimentale o emozionale. Lo spirito è ciò che ti informa.
Cos'è che ti emoziona? è ciò che ti informa in quanto spirituale.
Foto di Erika Fortunato
Ornella Rovera
Vorrei parlare delle mie foto e delle mie sculture. Sono delle "ibridazioni". Parto con delle immagini fissando dei particolari della natura, effetti dell'acqua, effetti di luce, di macchie di olio. Casualità e istante legate all'emozione. Attimo che si cristallizza nello scatto fotografico che viene decontestualizzato.
Mi interessa il rapporto uomo/natura e il problema del lavoro del passato e della manualità.

Silvio Valpreda
Foto di Silvio Valpreda
Ho chiamato il mio sito "Msgbottle" Message in a bottle, perchè vedo l'artista come un naufrago, mandare fuori il proprio messaggio senza preoccuparsi a chi lo si sta mandando, non una comunicazione mirata ma alle volte solo unilaterale, quindi un discorso sulla difficoltà della comunicazione. "Che fare? " ricordando l'opera letteraria di Lenin, oltre ovviamente a Merz che aveva anche lui ripreso questa frase, io nel mio lavoro metto sempre un po' di ironia, e questa mi pare sia la prima domanda da farsi al mattino.






Marco Martz
L'artista lascia un segno fermando il tempo. Per me la contemporaneità è data dallo strumento che utilizzo. Io faccio dei disegni, parto da foto anche di altri. Utilizzo la fotografia digitale. Il tempo è uno strumento, fino a un certo punto qualunque opera può essere fredda, ha bisogno di un tempo per essere digerita. Io preferisco che il processo di conoscenza delle mie opere e di me sia lento. Mon metto le mie opere sul web, voglio creare la curiosità e una relazione umana.
Il tempo di un'opera dà soddisfazione all'autore stesso, la contemporaneità è lo strumento, e il web può essere anche uno strumento ma che può essere usato in vari modi.

Silvio Valpreda
Mi piace pensare a certi paradossi dell'informazione. Rientra nella contemporaneità. Ragionare sull'informazione, sulla persistenza dell'informazione, dell'illusione di avere certe informazioni. Paradossi possono avvenire anche fuori del web.
Illusione di essere presenti sempre in tutto il mondo.

Ennio Bertrand
Siamo presenti a tutto il mondo ma non c'è dialogo, manca il dialogo. Ritornando al concetto di spirito si potrebbe esprimere laicizzando in "contenuti". Se non ci sono contenuti che vengono scambiati tra due entità diverse e confrontati l'opera è inutile.

Donatella Lessio
Conoscenza esperita a "raggio persona" ovvero io conosco tutto ciò che posso vivere a livello umano: il territorio che posso percorrere a piedi, ciò che posso vedere con i miei occhi, ovvero ciò che posso percepire con i miei sensi. Possessione, appropriarsi delle informazioni. Il movimento, la lentezza o la velocità del movimento. Noi essere umani non possiamo dividere il tempo all'inifinito perchè fisicamente non possiamo esprimere l'infinito. C'è un filone di ricerca a sperimentare, percorrere uno spazio a varia velocità e verificare il valore di possessione di questo spazio.

Valter Luca Signorile

“Il pensiero” sul quale vorrei soffermarmi in questa giornata potrebbe trovare collocazione in un ipotetico intervento di land art, ma nei fatti è attinente a quella che è sempre stata la mia ricerca sul corpo.
A far data dal 2008, facendo seguito ad alcuni resoconti performativi documentati attraverso video filmati con il cellulare, ho approfondito un’esplorazione sulla fenomenologia degli episodi estatici, spingendo il mio studio alla mistica, in particolare ebraica, senza tuttavia tralasciare gli aspetti psichiatrici e neurofisiologici alle cui analisi sono state sottoposte tali manifestazioni.
In particolarità, questa esplorazione “artistica” rivolge l’ attenzione alla ricognizione del luogo dove avviene la cratofania, vale a dire la manifestazione della potenza divina per poi successivamente convergere in ierofania.
L’idea di delimitare una zona in cui preservare il ripetersi della manifestazione del sacro è oggetto di questa mia personale “indagine” sul territorio. Individuare un centro, isolarlo dallo spazio circostante, assicurare alla potenza che in esso si è manifestata il perdurare della sua integrità.
A tale riguardo, Rudolf Otto, autore de “Il Sacro”, ricorda come sconvolgente possa rivelarsi l’esperienza numinosa tanto da definire “mysterium tremendum” l’incontro mistico.
Un ‘esperienza assoluta, completamente sconcertante, a spiegazione della quale la stessa letteratura mistica nel tempo ha approfondito in diversi linguaggi e metodologie, e nella quale il corpo diventa elemento performativo essenziale in prove che sfuggono a qualsiasi definizione.
Coinvolgimento totale dell’essere in un mistero tremendo e affascinante, in uno stato modificato della coscienza nel quale si possono percepire le stratificazioni evolutive che accompagnano da millenni l’uomo nella sua costante processo di conoscenza.
La partecipazione performativa è totale, pervasa da flussi armoniosi e riposanti, risuonante in spasimi e convulsioni, fughe dionisiache e rapimenti dell’anima. Ineffabili percezioni della “creatura” di fronte al “totalmente altro” tanto da ammutolire, riconducendo la sua esperienza a quella del primo uomo al rivelarsi del Qadosh .
Testo e immagine di Valter Luca Signorile


fannidada
Il nostro lavoro si articola su due valori:
equilibrio >> e << limite
Due concetti non definibili in modo univoco, ma al contrario due termini dai più diversi significati. A questi due valori colleghiamo
il naturale >> e << l'artificiale, dove possiamo associare
l'equilibrio al naturale e il limite all'artificiale.
Per noi è nella natura che si ha un equilibrio, ed è nell'artificiale che bisogna trovare un limite. Il naturale ha un suo equilibrio che si chiama omeostasi ("mantenimento di livelli ottimali a mezzo di meccanismi di controllo o di regolazione. E' questa la saggezza della natura" da "L'ora della verità si avvicina. Quale futuro? di Aurelio Peccei). Un limite all'artificiale può rappresentare un'utopia.


























Al termine del dibattito sono seguite la proiezione di un video e delle performances.

Durante la proiezione del video "La Mattanza" di Riccarda Montenero
Silvia Rosa accompagnata da Livio Marasso
Abiciniamoci, Marco Memeo
Jean Paul Charles, Serve un Messia
Mystic Gallery Show di Ivan Fassio accompagnato da Diego Razza